Una Monza grandissima. Come quando da bambino volevamo fare una pista Policar che non finisse più, con un rettilineo lungo come Les Hunaudieres (quello vero). Mega Monza, insomma.
Fare una pista lunga, lunga, lunga, con i pezzi Ninco è operazione semplice, ma fare le sopraelevate di Monza? A volte la follia, lucida o meno, prende il sopravvento e ci si fa prendere la mano. Non c’era stata mai una pista del genere, ossia una riproduzione di 100 m. di un circuito vero, con curve realizzate per l’occasione.
Problemi di illuminazione
E’ passata una settimana, ma la fatica è stata tanta che il cervello cerca di allontanarne il ricordo. Che poi, a pensarci, non ho mica guidato tanto, su MegaMonza! Perché, credeteci o no, noi la pista, tutta intera, l’abbiamo finita mercoledì notte, e i primi giri li abbiamo fatti alla luce dei fari della Prius nel capannone a fianco al nostro ufficio.
Sì, perché tra le tante cose che possono capitare quando affitti un capannone, c’è quella di scoprire che hanno rubato il quadro elettrico, e che quindi o la luce elettrica te la presta il tizio a fianco, con ottanta metri di prolunga, o accendi le candele. E così va a finire che la Prius, all’alba dei suoi 357.452 km, si trova ad illuminare una pista fatta per macchinine grandi una trentaduesima frazione di lei, per il collaudo finale.
Il video della Mega pista elettrica
Alla fine ce l’abbiamo fatta.