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Dragster: quando l’aria prende fuoco

Li avevo visti per la prima volta, da bambino, al Motor Show di Bologna, verso la metà degli anni ’70. L’impressione era sta tanta malgrado, in realtà, su quel piazzale, avessero fatto solo tanto rumore. Gli spazi d’arresto non c’erano e se avessero spinto davvero sarebbe finito tutto in tragedia. Poi, per anni, l’unica fonte sono state le riviste specializzate italiane (Autosprint e Rombo), che almeno una volta all’anno dedicavano loro un articolo molto generico che li dipingeva come semplici “americanate” (ma meglio di nulla… Internet non c’era).

Nel 2011 invece, molto tempo dopo, mi sono finalmente deciso ad approfondire questa mia passione e mi sono recato a vedere una prova del Campionato Europeo, la più vicina delle quali, e probabilmente la più coreografica (NitrOlympx), si tiene ad Hockenheim.

Dragster Top-Fuel al via

Dragster, una passione crescente

Da allora non riesco a smettere. A metà agosto l’appuntamento è fisso e garantisco che i soldi del biglietto sono sempre ben spesi. Nessun momento morto, se ti assenti un attimo ti perdi qualcosa. Il susseguirsi degli start è incalzante, ogni partenza è una storia nuova, nuove auto, nuove moto. Il paddock, poi, è rigorosamente aperto ed i componenti dei team sono ben disposti a far “due chiacchiere” o una foto insieme. Insomma, nulla a che vedere con il blindatissimo, e spesso un po’ noioso mondo della F.1 o della Moto GP. Le gare di accelerazione, nate negli Stati Uniti negli anni ’30, hanno conosciuto un costante aumento di popolarità all’interno degli USA stessi mentre hanno faticato, e faticano, a prendere piede nel resto del mondo. Esistono fortunatamente alcune isole felici, alcune delle quali proprio in Europa, nelle quali i concorrenti, pur non disponendo (neanche lontanamente) dei budget illimitati dei migliori team americani, cercano di approcciarsi (e con ottimi risultati) anche alle categorie professionali quali la Top-Fuel. Di fatti è questa la categoria presente nell’immaginario comune.

Le diverse manifestazioni

Alla parola dragster si associano le lunghe e strette auto dotate di ruotoni posteriori e ruotine anteriori con motori infuocati che ora sprigionano quasi 10.000 HP. La Top-Fuel (ovvero carburante libero) è difatti qualcosa che rasenta l’inumano. I piloti devono sopportare 8/9 G frontali, accelerazioni da 0 a 100 in meno di 1 secondo e velocità d’uscita sui 1000 piedi (circa 300 metri) di 530 Km/h. Da vedere, da sentire, è una sensazione unica; sulle tribune vibri come una corda di violino e quasi speri che la gara finisca presto (in realtà dura non più di 4 secondi). Questa categoria rappresenta il clou di una manifestazione “seria”, ma in realtà esistono tante altre classi e sottoclassi alcune delle quali (Top-Fuel Funny-Car, Top_Methanol Funny-Car, Top Methanol Dragster, Pro-Mod e Pro-Stock), sono altrettanto belle e molto tecniche. In particolare la Pro-Mod colpisce molto l’immaginario degli appassionati in quanto trattasi di auto con le portiere che si aprono e chiudono (doorslammer), il cambio e motori da 5000 cavalli. Tempi sul quarto di miglio (402 metri) inferiori ai 6 secondi e velocità d’uscita superiori ai 400 km/h. Fantastiche.

Top Methanol Funny-Car a sinistra (in fase di burn-out) e Pro-Mod a destra

Dragster, la situazione in Italia

Anche in Italia qualcosa si muove. Non esistono impianti fissi come nel nord-Europa o a Malta (isoletta che sembra aver adottato i dragster come sport nazionale) ma alcuni “volenterosi” si danno un gran da fare. La manifestazione automobilistica più importante (Hills Race) si tiene la prima domenica di settembre in provincia di Pavia, sull’aeroporto di Rivanazzano. Fa parte di un circuito europeo riservato a classi “minori” (Pro-ET e Super Pro-ET), ma si possono comunque vedere bellissime auto dotate di 2000 e passa cavalli e tante attività collaterali che riempiono ottimamente il week-end. In ambito motociclistico, in Italia, esistono un paio di Trofei Nazionali il migliore dei quali è promosso dalla IDC (Italian Dragster Cup) che organizza (in tutta sicurezza) 4/5 gare su vari piccoli aeroporti nazionali. La distanza è di 200 metri e le parecchie categorie ammesse vanno dagli scooter elaborati alle Super Street Bike.

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I Dragster ‘slot’

Per concludere (e non annoiare), visto anche il contesto all’interno del quale è inserito questo articolo, vorrei fare un piccolo collegamento “slottistico”. Difatti, come forse alcuni sanno, esistono anche le Drag-Slotcar. Negli USA non esiste slot-club dove non sia presente anche una piccola strip in scala, ma siamo alle solite. In Europa invece per poterle usare si tribola, e non poco.

L’impianto migliore, un vero capolavoro, si trova a Vienna; peccato però che gli adepti presenti in questo club siano veramente pochi. Altri focolai sono presenti in Gran Bretagna, a Malta (guarda caso) e proprio in Italia, dove in realtà l’unico impianto fisso ed attrezzato è al BB Slot di Reggio Emilia (club di cui faccio parte). Tale pista ospiterà nel 2018 i primi Campionati Italiani (in primavera) ed anche i Campionati Europei (a settembre).

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A tale proposito stiamo prodigandoci per migliorare l’impianto, e portarlo agli standard richiesti dalla federazione europea, sia in termini di “potenza” (Ampere) che di spazi d’arresto. Una volta terminati i lavori sarà possibile ampliare il discorso con un altro articolo dedicato a questo evento.

Nel frattempo se qualcuno è incuriosito dal discorso può contattarmi (bigi.roberto@tiscali.it o su facebook) … sarò ben felice di dare ulteriori informazioni sia sul drag-racing in scala 1 a 1 che su quello in scala ridotta.

Roberto Bigi

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